Un medico pistoiese sconosciuto ai più, Giovan Domenico Civinini, nel 1731 presso l’Accademia botanica fiorentina, tenne il discorso Della storia e natura del caffè, pubblicato a Firenze nello stesso anno con dedica al Granduca Giangastone de’ Medici. Fu proprio la famiglia Medici che aveva avuto il merito nel 1715 di portare per la prima volta in Italia una pianta di caffè, che era divenuto oggetto, già dalla seconda metà del Cinquecento, di resoconti di viaggiatori e mercanti e di trattati di botanici e medici, tutti interessati, da punti di vista diversi, alle particolarità di questa novità esotica.
La storia di questo strano frutto intreccia miti fantasiosi e realtà, ed è possibile ripercorrerla anche attraverso l’evoluzione della parola caffè, che ha fatto una lunga strada prima di arrivare alla forma che conosciamo e che è divenuta un italianismo ormai accolto in molte altre lingue.
Civinini riesce a raccogliere e a dare un ordine alle scoperte e agli studi sul caffè realizzati fino a quel momento e a trasmettere – in una sintesi che fonde erudizione, riferimenti scientifici e citazioni letterarie – la curiosità e la passione che la bevanda suscitava sia ai suoi tempi sia oggi, in una stagione di rinnovato interesse da parte di degustatori ed esperti.
Autori / Curatori
Raffaella Setti è storica della lingua italiana e docente di Linguistica italiana presso l’Università di Firenze. Da molti anni collabora con l'Accademia della Crusca dove ha condotto ricerche d'archivio su carte secentesche e ha poi iniziato a svolgere attività di consulenza linguistica. Si è occupata di italiano cinematografico e di lessico tecnico-scientifico antico e moderno. Tra le sue pubblicazioni si segnalano i volumi: Cinema a due voci. Il parlato nei film di Paolo e Vittorio Taviani (2001) e Le parole del mestiere. Testi di artigiani fiorentini della seconda metà del Seicento tra le carte di Leopoldo de’Medici (2010).