Diario di un difettoso

Vestri Franco

Esaurito

Collana: fatti e parole

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Fin dalle prime pagine scopriamo il significato del titolo dato al libro, con quel “difettoso”: al centro della narrazione autobiografica è infatti una malattia sempre più invalidante, ripercorsa in tutte le sue tappe, fino a oggi. Ma il filo rosso che unisce tutti gli elementi del racconto è piuttosto un sottile humour, dote naturale e, insieme, approdo a una particolare saggezza. Le esperienze descritte (dall’infanzia, alle scelte forzate di studi che non gli corrispondono, all’inizio della malattia, all’amore per la compagna della vita, al lavoro nel settore del restauro fino alla progettazione di cantieri importanti, a partire da quello della cupola del duomo di Firenze) hanno poi un altro filo conduttore, che è quello di un innamoramento per la bellezza.

Il linguaggio accompagna questo percorso, in una sorta di dialogo tra il “difettoso” e le persone “normodotate” o “diversamente disabili”. È un viaggio di anni tra neurologi sfacciatamente imbroglioni o incapaci di formulare una diagnosi ma soprattutto di rapportarsi umanamente al malato; oppure nelle varie situazioni in cui il protagonista si trova a dover fare i conti con barriere architettoniche che non abbattono niente per la carrozzella con la quale è ormai costretto a camminare, dopo aver visto negli anni giorno per giorno la forza abbandonare i suoi muscoli, dalle gambe alle braccia.

Il lettore prima riflette sui luoghi comuni intorno a una persona che ha perso le capacità motorie, poi comincia a interiorizzare che la vittoria vera è quella per l’appropriazione di sé stessi. Da giorni terribili è nato un altro uomo, pieno di buon umore, capace di innamorarsi della vita. Alla conclusione, in chi legge si affaccia il dubbio che “handicappato” sia chi si lascia schiacciare.

(Mirella Branca, storica dell’arte)

Autori / Curatori

Franco Vestri è funzionario della Soprintendenza alle Belle Arti di Firenze, Pistoia e Prato. Ha partecipato alla progettazione e direzione di numerosi cantieri di restauro architettonico, tra i quali: a Firenze, la Loggia della Signoria, la Villa Medicea di Careggi, la Basilica di San Lorenzo, le Cappelle Medicee, il Campanile di Giotto e la Cupola del Brunelleschi con il ciclo pittorico di Vasari e Zuccari; a Pistoia, il Battistero, la Basilica della Madonna dell’Umiltà e la Chiesa dello Spirito Santo; a Prato, la Basilica di Santa Maria delle Carceri, il Castello dell’Imperatore e la Cattedrale di Santo Stefano con il ciclo pittorico di Filippo Lippi. Ha pubblicato alcuni saggi a carattere scientifico.