Enio Bruschi ha deciso di compartire articoli che erano usciti secondo le occasioni, dando forma nuova a quelli che evidentemente sono i suoi gusti, persino le sue ossessioni (come PJ Harvey, che conclude idealmente il libro). Il lettore si renderà conto che, oltre alla qualità della scrittura, un’altra è la sua peculiarità: gli piacciono quelli che, con brutta espressione odierna, si definiscono i ‘perdenti’ e quelli che, con espressione ineluttabile, si definiscono ‘morti’. Quando poi riesce a incrociare le due categorie (Dan Sartain, Daniel Johnston, Jason Molina) davvero dà il meglio di sé. Poi ci sono i veri alternativi, ossia non i nomi indie-che-piacciono (anzi, quelli possibilmente li massacra: vedi il piccolo capolavoro Flaming Lips, che all’epoca della pubblicazione causò indignati e risentiti commenti), ma il trash dei Renato Zero e dei Franco Califano, che di successi ne hanno inanellati tanti, ma che noialtri che sentiamo la buona musica guardiamo con malcelato orrore. Non mancano le scoperte di realtà di nicchia, le splendide icone (Jane Birkin, Serge Gainsbourg, François Hardy), e alcuni mostri sacri della musica rock e pop. (dalla Postfazione di Marina Montesano)
Autori / Curatori
Enio Bruschi (1971), filologo, si occupa di letteratura contemporanea e collabora con il Centro di Studi “Aldo Palazzeschi” di Firenze. Fra i suoi lavori il Progetto di edizione critica per «Il palio dei buffi» di Aldo Palazzeschi, in «Studi di Filologia Italiana» (2001), gli articoli Balazzeschi Aldo-Piazza Beccaria n° 3, in «Studi Italiani» (2003), La «fontana malata» di Aldo Palazzeschi. Edizione di un manoscritto inedito, in «Studi Italiani» (2004), i volumi I manoscritti di Aldo Palazzeschi. Catalogo, Edizioni di Storia e Letteratura (2009) e Giacomo Antonini e Roger Nimier. Ussari d’Italia e di Francia (2022). Ha curato la trascrizione integrale dei testi del Carteggio Alessandro Parronchi-Umberto Bellintani (1947-1991), Olschki (2011).