Dino era tornato in Italia con “l’ultimo treno” dalla Russia nel maggio del 1943, a seguito di quella grande tragedia che fu la spericolata campagna militare e la conseguente ritirata. Questi, e altri avvenimenti, Dino li aveva raccontati in un diario, che con sorprendente lucidità ci apre una finestra su quella che è stata la comune storia di molti italiani nel dopoguerra: la trasformazione, di una numerosa famiglia, da un’economia agricola a quella di operai inurbati e stipendiati.
Un racconto che mantiene una visione serena sulla fatalità degli eventi, anche quando i cambiamenti di vita sono totali. Con i legami familiari che, sempre, rimangono saldi e fonte di sostegno reciproco. Tanto che la pubblicazione di queste memorie mantiene fede alla promessa che in merito gli avevano fatto i figli, che “intervengono” anche nel libro per accompagnare i ricordi del babbo.