La teoria leopardiana della lingua (in Studi stilistici, Livorno, Raffaello Giusti Editore, 1909) di Francesco Colagrosso offre una prima importante ricognizione dei motivi filosofico-linguistici più evidenti nello Zibaldone. Si tratta del primo contributo, inspiegabilmente dimenticato per un secolo, intorno alla ricerca linguistica di Leopardi di cui si riproduce la ristampa anastatica, per rivalutarne la portata prioritaria sul piano storico-critico e per mettere in rilievo la precoce intuizione di Colagrosso di temi e problemi che, pur in chiave diversa, sono stati affrontati da linguisti come Giovanni Nencioni, Salvatore Battaglia, Tristano Bolelli, Maurizio Vitale nelle loro ricerche su Leopardi.
Colagrosso (1858-1911), molisano discepolo di Francesco D’Ovidio, era un professore liceale che «una dolce speranza aveva vagheggiata da più anni, diventar professore di Lettere italiane in una Università, ma ebbe a contentarsi di quel che in gergo amministrativo si dice un comando» per l’insegnamento di Stilistica italiana all’Università di Napoli. Solo per pochi anni però, nel 1910 infatti gli insegnamenti complementari furono cancellati: un precario, vittima delle tante ingiuste riforme universitarie. Lo sconforto professionale fu per lui tale da portarlo al suicidio.
Nei suoi numerosi studi sulla letteratura italiana (da Dante a Tasso agli autori a lui coevi) Colagrosso ha approfondito gli aspetti stilistici dell’opera letteraria con intuizioni che spesso preludono alle posizioni della critica contemporanea.
Autori / Curatori
Antonella Del Gatto è ricercatrice di Letteratura italiana presso l'Università «d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Si occupa di critica letteraria e analisi del testo, con studi su Leopardi, Manzoni, Pascoli, Pirandello e sul teatro italiano del ’700 (Goldoni e Gozzi). Tra i suoi lavori ricordiamo Uno specchio d’acqua diaccia. Sulla struttura dialogico-umoristica del testo leopardiano (Firenze 2001), L'annodamento degl’intrighi. Studi di sintassi drammatica (con G. Cappello e W. Breitenmoser; Napoli 2007) e Quel punto acerbo. Temporalità e conoscenza metaforica in Leopardi (Firenze 2012).
Stefania Iannizzotto ha vinto il “Premio nazionale Tesi di Laurea”, bandito dal Centro internazionale di studi Leopardiani. Dottore di ricerca in Filologia Moderna, è assegnista in Linguistica italiana presso l’Accademia della Crusca. Oltre che di storia dell’italiano cinquecentesco e ottocentesco si occupa della lingua della televisione e di semplificazione del linguaggio amministrativo e professionale.