Nessun altro movimento culturale come il Futurismo ha sottolineato il proprio legame culturale con il mondo della tecnologia, per contestare l’eredità del passato e per affermare l’idea della contemporaneità. Tra gli anni Venti e Trenta del Novecento l’aviazione viveva in Italia, come nel resto del mondo, il periodo d’oro del suo sviluppo. Filippo Tommaso Marinetti aveva precorso nella sua opera anche questo aspetto della modernità: nel Manifesto di fondazione del Futurismo (1909), uno degli elementi che dovevano ispirare l’arte futurista era proprio «il volo scivolante degli aeroplani».
Il Primo dizionario aereo, compilato nel 1929 (e poi mai più edito) dallo stesso Marinetti e da Fedele Azari, letterato ma anche pilota aereo, costituisce la prima raccolta sistematica di una terminologia ancora trascurata dai dizionari tradizionali; lo scopo dichiarato è quello di «verbalizzare la già esistente sensibilità aviatoria». Ma poiché il Futurismo è stato innanzitutto un movimento ecletticamente artistico, il Dizionario divenne funzionale anche alla piena comprensione della nuova forma d’arte futurista, l’Aeropoesia, il cui capolavoro rimane L’Aeropoema del Golfo della Spezia, una delle ultime grandi opere di Marinetti.
Autori / Curatori
Stefania Stefanelli (Scuola Normale Superiore, Pisa), ha insegnato al DAMS di Bologna, all’Università per Stranieri di Perugia e all’Università di Firenze. Ha svolto ricerche sui linguaggi del Futurismo, delle Neoavanguardie e del teatro italiano contemporaneo. È membro dell’ASLI e autrice dei volumi I Manifesti futuristi. Arte e lessico (Livorno, Sillabe, 2001), Va in scena l’italiano. La lingua del teatro tra Ottocento e Novecento (Firenze, Cesati, 2006), Scrittura verbovisiva e sinestetica (con Lamberto Pignotti, Udine, Campanotto, 2011). Collabora con l’Accademia della Crusca, per la quale ha curato anche gli Atti del Convegno La lingua italiana e il teatro delle diversità.