Con fotografie di Roberto Schoepflin.
Almeno dal XIII secolo e fino al 1777, Firenze ha ospitato fra le sue mura branchi di leoni vivi, considerati al pari di Genius loci, di amuleti collettivi, di idoli tutelari. Amati e temuti, oggetto di tabù e di ossequi apotropaici, i leoni-totem avevano la funzione di difendere la comunità alla quale erano immanenti e della quale simboleggiavano lo spirito. Così come i leoni in carne, ossa e criniera erano garanzia di fortuna per i fiorentini, il Marzocco di pietra era il palladio, la statua scaramantica della loro città. Il simbolo dei suoi ideali fondamentali: il coraggio, e la libertà.
Autori / Curatori
Matteo Cecchi è nato nel 1976 a Firenze, dove vive e scrive romanzi, biografie, saggi storici e monografie d’arte. Ha collaborato con testate giornalistiche e istituzioni (fra le quali l’Esercito Italiano, il Consiglio e la Giunta Regionale della Toscana, Confindustria Firenze, la Fondazione Biagioni Borgogni e l’Accademia di Belle Arti di Firenze).