È un’opera poco conosciuta Le perfidie del caso, il romanzo che il toscano Mario Pratesi (1842-1921) pubblicò per la prima volta a Milano nel 1898.
Influenzato dalla nuova corrente decadentista (con Fogazzaro e D’Annunzio come nuovi e probabili modelli), lo scrittore mette insieme una vicenda insolita, con al centro il dissolvimento dei principi dell’arte e della religione, in cui miscela gli elementi tradizionali della sua narrativa con elementi nuovi, fra i quali un triangolo pseudo-amoroso (dove prevale una carnale passione) e alcuni personaggi più o meno singolari (un bravo pittore, un vescovo accademico della Crusca ancora legato al cristianesimo primitivo, un anarchico ubriacone e un minorato mentale). Fino ad arrivare a un vero e proprio femminicidio, con l’uccisione violenta e sanguinosa di Palmira, voluttuosa protagonista della storia che per le sembianze sembra uscita da un quadro del Quattrocento.
Il tutto si svolge in un’atmosfera di dubbio e di sospensione sugli eventi che stanno per accadere. La catastrofe finale, sebbene sia in parte una “perfidia del caso”, è tanto più tragica perché inaspettata: gli eventi infatti lasciavano presagire una conclusione diversa. Un misto di curiosità, di attesa, di suspense e di desiderio di conoscere si genera nel lettore; anche il titolo, che evoca l’evento fortuito, la circostanza imprevedibile ma soprattutto la malvagità del destino, invita a leggere questo romanzo.
Autori / Curatori
Elisabetta Benucci, (Università di Firenze - Accademia della Crusca) ha pubblicato molti libri sulla letteratura dell’Ottocento. Studiosa di Leopardi e delle sue opere, ha recentemente curato l’edizione delle poesie e dei proverbi di Giuseppe Giusti. Circa gli scrittori post-unitari ha dedicato particolare attenzione alle opere di Giosue Carducci, Edmondo De Amicis, Pellegrino Artusi, Giuseppe Bandi, Antonio Ranieri. Da tempo si occupa di letteratura di genere, cercando di ricostruire figure femminili importanti del XIX secolo, come Paolina Leopardi, Emilia Peruzzi e Caterina Franceschi Ferrucci. Per apice libri ha curato la ristampa anastatica di Giuseppe Bandi, Anita Garibaldi, 2014.